Kelthior - Death and Rebirth

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Kyuubi88
view post Posted on 22/11/2008, 00:00




SPOILER (click to view)
P.S. non ho ancora capito bene come funziona la storia dei punti XD comunque le 2 storie che ho postato sono 2 racconti che ho creato il primo anno di liceo con il mio compagno di banco...forse sono un po' scadenti ^^'spero che però vi piacciano ;) le avevo già scritte sul computer e messe su un floppy

Kelthior - Death and Rebirth
Il freddo della notte s'insinuava sotto il mantello che il vento faceva sventolare rabbiosamente come una bandiera all'asta: rabbrividivo al solo pensiero di dover trascorrere un'altra nottata all'aperto accanto ad un fuoco che certamente non m'avrebbe scaldato per più di un paio d'ore, ma che anzi sarebbe durato ancora meno..
Ormai non trovavo più molto familiare il clima di Dun Morogh: un tempo certamente avrei sofferto di meno queste condizioni climatiche, ma adesso per riposarmi e dormire era necessario che trovassi un posto tranquillo e al caldo: avrei continuato il viaggio il giorno seguente, ristorato e di nuovo in forma.
Ricordavo ci fosse il villaggio di Kharanos nella zona, ma se non avessi scorto accidentalmente le luci tra le montagne forse non avrei mai ricordato la strada.
Trovai il sentiero e riconobbi la locanda: c'ero già stato tempo addietro e notai che nulla era cambiato, se non l'accoglienza che mi venne rivolta: pareva che il gelo avesse pervaso anche quell'ambiente riparato. Quando entrai subito mi accorsi di avere gli occhi addosso, puntati contro di me: sembrava che non fossi bene accetto e che ognuna delle persone all'interno della sala comune avessero un centinaio di buoni motivi per avercela con me. Di certo non davo l'impressione di essere uno propenso al dialogo o particolarmente socievole o in cerca di compagnia, nonostante tutti pensassero il contrario di noi gnomi, e certamente questo aumentò la cautela nei miei confronti; tuttavia capivo tale atteggiamento, in fondo ai loro occhi altro non ero se non uno straniero abbastanza fuori dal comune.
Fortunatamente c'erano un paio di tavoli isolati ed io scelsi quello più vicino al camino: mi sedetti, attendendo che l'oste si liberasse ed assaporando con la mente un pasto caldo accanto al caminetto crepitante, un buon boccale di birra e del tabacco di prima qualità: era proprio quello che ci voleva per scrollarsi di dosso la stanchezza di un lungo viaggio. Mi sembrava che fossero trascorsi secoli da quando avevo passato una serata così. L'oste mi si avvicinò con circospezione e cautamente mi domandò cosa volessi. Chiesi se in cucina c'era ancora qualcosa di caldo da mangiare per rifocillarmi dopo il lungo viaggio affrontato e se c'era disponibile una stanza per passare lì la notte. Entrambe le domande ebbero risposta affermativa e l'oste si affrettò ad allontanarsi.
Mentre pulivo e preparavo la mia pipa mi guardai intorno in cerca di facce note, e tutti gli sguardi che prima sentivo su di me, improvvisamente vennero distolti, come quando si spia qualcuno e non si vuole venire scoperti. Soltanto un umano di proposito incrociò il mio sguardo senza timore, ma con rispetto, e mi rivolse un cenno, come se intendesse salutarmi. Mi era parso notevolmente diverso da tutti gli altri avventori, e non solo perchè fosse il più alto di tutti: sembrava sapiente e saggio, sembrava che avesse visto il mondo per lungo e largo e che avesse storie da raccontare degne dei più famosi menestrelli di corte. Risposi educatamente al saluto, e lui si alzò e si diresse verso il tavolo cui ero seduto. Il viso era segnato dall'età, ma sembrava che il fisico non ne risentisse: mi chiese il permesso di sedere con me. Glielo concessi, non perchè avessi particolare voglia di compagnia, ma perchè ero curioso di vedere cosa costui volesse da me. Senza badare ai convenevoli mi chiese chi fossi, ma subito si scusò per il poco tatto dimostrato rivolgendo una domanda simile, affermando che avevo un'aria familiare e che gli ricordavo qualcuno incontrato molto tempo addietro, ma che non riusciva a ricordare.
Allora scostai il cappuccio del mantello, scoprendo così il mio volto, e cominciai.
“Sono Keltior Thursjon Ghertiol e la mia è una storia che inizia un po' di tempo fa, quando già da anni la mia patria Gnomeregan non era più un luogo sicuro per viverci. Ho perso tutta la mia famiglia da bambino quando a causa di alcuni membri della Gilda dei Defias, che ci avevano assalito e depredato, ero rimasto solo al mondo, senza nessuno. Mi recai ad Ironforge per cercare riparo ed approfittare dell'ospitalità offertami da un vecchio amico della mia famiglia: ormai ero alla ricerca di uno scopo, di qualcosa che mi desse la spinta per andare avanti. Negli anni trascorsi ad Ironforge mi capitò di conoscere molta gente più o meno gentile nei miei riguardi e più o meno disposta ad aiutarmi. Un giorno capitai vicino al Palazzo della Magia: senza neanche rendermene conto ero dentro, incuriosito da quel luogo che con il suo silenzio e la sua calma regalava una pace interiore ristorativa. Lì incontrai qualcuno che cambiò la mia vita, qualcuno che mi fu veramente d'aiuto e che mi propose di seguirmi nella mia ricerca. Fu così che conobbi il mio primo maestro e che decisi di intraprendere la difficile via che porta a dominare gli elementi. Venni erudito nello studio della magia, nella comprensione dei suoi elementi, imparai a conoscere i segreti dell'alchimia e studiai la natura delle erbe, da quelle più letali a quelle ristorative, perfino quelle più rare.
Quando il mio addestramento terminò e la mia padronanza dell'arcano raggiunse un buon livello mi fu concesso di partire per continuare la mia ricerca. Da allora vago per questo mondo in cerca del Sapere e da poco sono tornato laddove un tempo era la mia casa.”
In quel momento l'oste s'intromise portando un vassoio con una ciotola di minestra di lepre e funghi, del pane caldo appena sfornato ed un paio di boccali di birra rosso rubino. Posò sul tavolo la chiave di una stanza dicendo che si trovava al primo piano proprio affianco alle scale e si allontanò chiamato da un cliente.
Intanto la figura di fronte a me sembrava mettere a fuoco il mio viso per la prima volta e quando il suo sguardo si illuminò forse perchè finalmente ricordava ciò che prima gli sfuggiva, all'improvviso un gruppo di banditi irruppe nella sala e si scatenò una baraonda generale. Tutti i presenti si gettarono fuori in cerca di salvezza, ignari di ciò che fuori li attendeva. Volarono tavoli e sedie si frantumarono sulle pareti e sul bancone. Nel caos generale persi di vista l'umano con cui avevo parlato e mi preoccupai soltanto di sistemare quei manigoldi. Ne congelai un paio, due li arrostii ben bene e quello che mi sembrava il capo lo trasformai in pecora così da non dare fastidio e poter parlare in seguito con le guardie che lo presero in consegna. Gli altri se la diedero a gambe dimostrando non proprio coraggio da vendere. Ristabilita la calma l'oste mi ringraziò dell'aiuto, si scusò della freddezza con cui ero stato accolto e mi offrì ospitalità per tutto il tempo che mi fosse stato necessario adesso ed ogni volta ne avessi avuto bisogno. Lo tranquillizzai ed accettai di cuore l'offerta e gli chiesi chi fosse l'uomo mi aveva avvicinato quella sera e che fine avesse fatto, visto che di lui non restava traccia. Mi disse che non l'aveva visto prima di quella sera e che si era dimostrato molto prudente e riservato, almeno fino al mio arrivo. Mentre parlava si dava da fare per rimettere in ordine i tavoli: ne preparò uno vicino al camino e mi invitò a sedere porgendomi un medaglione, che aveva trovato per terra sotto il mio tavolo. Lo esaminai attentamente durante la cena e notai un'aura propria di quegli oggetti che possiedono delle proprietà straordinarie. Mi ripromisi di approfondire gli studi su quel medaglione appena avessi avuto a disposizione un laboratorio da alchimista ed eventualmente di riconsegnarlo al legittimo proprietario, qualora fossi riuscito ad avere qualche notizia in più su di lui ed se un giorno l'avessi incontrato di nuovo.
Lo misi nella tasca più sicura del mio mantello e continuai a mangiare soddisfatto.

La notte trascorse tranquilla, dormii come un sasso, nonostante il tempaccio fuori. Quando non nevicava, a Dun Morogh pioveva, e quando non pioveva nevicava.
Al mattino aprii gli occhi, mi sentivo riposato come non mai e pronto per proseguire il mio viaggio: dovevo recarmi ad Ironforge per controllare i miei averi in banca, far visita al mio vecchio maestro ed acquistare un paio di reagenti per i miei esperimenti. Mi preparai per scendere nella sala comune per fare colazione, quando vidi che davanti alla porta c'era qualcosa in terra: trovai una busta. Il plico era chiuso con della ceralacca blu, vi era su il mio nome, ma non vi era un marchio o uno stemma di famiglia. Lo aprii con cautela, e subito il mio sguardo corse fino in fondo in cerca della firma.. che non c'era.
A giudicare da quanto c'era scritto doveva essere un messaggio dello strano tizio incontrato la sera prima in locanda: si scusava di essere dovuto andar via in fretta e furia e senza avere modo di spiegarmi tutto con calma, ma non poteva permettersi di farsi vedere in giro con me, visto che altre persone poco raccomandabili erano sulle mie e sulle sue tracce, per motivi che mi avrebbe spiegato in seguito. Almeno a quanto leggevo sul biglietto, qualcuno era interessato a me, anche se non riuscivo a capire perchè, e sembrava che corressi chissà quale pericolo. Riposi il biglietto in tasca e con meraviglia trovai un medaglione: ma certo adesso ricordavo. Si trattava del gingillo che la sera prima l'oste aveva trovato in terra vicino al mio tavolo. Vedendolo meglio alla luce del sole mattutino sembrava uno di quei medaglioni che servono da catalizzatore per il completamento di incantesimi di richiamo abbastanza potenti, ma così su due piedi non riuscivo a capire quale fosse l'incantesimo cui era legato. Dovevo assolutamente fare delle ricerche, magari sarei stato in grado di capire qualcosa di quello che mi stava succedendo.
Scesi in sala e cercai l'oste con lo sguardo: nella sala c'erano pochi avventori e dell'oste nessuna traccia. Mi sedetti ad un tavolo ed aspettai. Trascorsero un ventina di minuti prima che l'oste comparisse dal nulla in sala: non l'avevo visto arrivare e per quanto la cosa mi desse da pensare, con un cenno attirai la sua attenzione. Quando giunse al mio tavolo lo invitai a sedersi con me un poco, visto che avevo necessità di parlare un po' con lui. Accettò bofonchiando qualcosa di incomprensibile, come se non fosse proprio convinto di doverlo fare: prima che potessi porgergli delle domande mi chiese come avevo trascorso la notte e se avessi ricevuto il messaggio che lui stesso aveva infilato sotto la mia porta durante la notte. Mi raccontò di essere stato svegliato da strani rumori che provenivano dalla stalla e recatosi lì per controllare non aveva trovato assolutamente nulla di sospetto, se non il fatto che le porte non erano serrate come al solito: in genere lui dava sempre tre mandate alla serratura, ma quella sera fu sufficiente un giro di chiavi per aprire la porta della stalla. Dentro però tutto era in ordine, esattamente come doveva essere ed le bestie sembravano essere tranquille, per nulla preoccupate o spaventate. Convinto di avere le allucinazioni era tornato in camera sua e nel tragitto aveva visto fuori dalla mia stanza una busta sigillata con su il mio nome. Credendo che l'avessi persa e per non svegliarmi, mi disse di averla spinta ben sotto per porta. Terminato il racconto, dovette scappare ed io non ottenni nessuna risposta al mio quesito: quel testardo di un oste parlava più di uno gnomo!
Finita la colazione, tornai in camera per prendere tutta la mia roba e prepararmi a partire. Finalmente pronto lasciai la locanda e salutai l'oste, ringraziandolo per l'ospitalità e augurandogli una buona giornata. Feci per uscire dalla porta ed incamminarmi quando il mio sguardo cadde su due tizi che avevano un'aria particolarmente interessata a me. Appena fuori affrettai il passo, deciso a non avere contrattempi, ma poi cambiai idea e decisi che forse era meglio non correre rischi: non era il caso di avere contrattempi, visto che dovevo recuperare le informazioni di cui avevo bisogno. Frugando nelle mie tasche, tra le tante cianfrusaglie che mi portavo dietro da chissà quanto tempo, trovai quello che cercavo: un paio di pozioni di invisibilità. Mi diressi verso la collina dirimpetto alla taverna, ne bevvi una e mi misi seduto su di una roccia in attesa che i due uscissero: per fortuna non era caduta molta neve durante la notte e nessuno aveva spalato le strade la sera prima, così era pieno di impronte che si confondevano con le mie, e non correvo il rischio di essere scoperto. La faccia che fecero i due brutti ceffi fu appagante, perchè si vedeva lontano un miglio che non capivano che fine avessi fatto, mi cercavano in lontananza con lo sguardo ed erano delusi e preoccupati delle conseguenze dell'avermi perso dopo chissà quante ricerche. Tornarono dentro visibilmente contrariati e posso solo immaginare il perchè.
A passo svelto presi la strada per la capitale.

I cancelli di Ironforge erano sempre uno spettacolo da lasciare senza parole: davano un senso di sicurezza e protezione da infonderti un coraggio da eroe.
Dentro la città la vita ferveva: carri di mercanti cominciavano a prepararsi alle vendite della giornata e un via vai di gente per le strade dimostrava quanto affollata fosse la città in questo periodo: era evidente che al di fuori nessuno si arrischiava a vivere, tutti erano in cerca di protezione ed erano convinti che questo fosse il luogo più sicuro del mondo. D'altra parte le scorribande di banditi ormai erano all'ordine del giorno e molte volte le perdite non erano solo economiche. Figli perdevano i genitori e genitori si ritrovavano senza figli: il tutto senza uno scopo preciso ma soltanto per un puro gioco crudele. C'era così tanta gente in giro per affari che girare per il centro della città sarebbe stato impossibile: facendomi spazio tra la folla, mi diressi verso il quartiere della magia, volevo tornare laddove tutto era cominciato.
Nulla era cambiato dalla mia ultima visita: stessi colori, stessi mosaici, stessi stendardi, anche se cercando meglio notai che ne mancava uno in particolare: quello del mio maestro. Incuriosito e preoccupato entrai. Accolto da un assistente, chiesi di Bethlon. Il giovane ragazzo mi guardò con aria tanto triste quanto sorpresa, e guardandomi meglio capì, o ipotizzò credo, che venissi da molto lontano, da un luogo così tanto lontano da non sapere che colui che per me era stato più di una famiglia per tanto tempo, adesso non era più tra noi.
Il mondo sembrò fermarsi e crollare tutt'intorno a me.
Mi sentivo perso.

Non so descrivere lo sconforto in cui caddi quando appresi che il mio maestro ed amico si era ammalato ed aveva ceduto alla sofferenza, lasciando questo mondo pieno di crudeltà e malvagità. Il giovane, che dall'aspetto avrei definito null'altro se non un semplice adepto, forse vedendomi turbato in viso mi invitò ad accomodarmi, offrendomi un bicchiere di Lhoir caldo. Accettai volentieri, mi ci voleva qualcosa per riprendermi dal colpo. Mi indicò una sedia e lo vidi sparire: dopo una decina di minuti tornò con una caraffa e due bicchieri.


"Lui ha saputo del vostro arrivo e vi attende. Vogliate seguirmi, prego"

Inconsapevolmente, mi alzai e lo seguii, l'Arci Arcanista, la più alta carica di potere nella Casta Degli Arcanisti, voleva vedermi: feci fatica a rendermi conto dell'onore che stavo ricevendo, ero troppo provato e distrutto dal dolore.
L'ultima volta che mi trovai nella stessa stanza con Lui era stata durante la cerimonia che mi rese Arcanista e quindi libero di intraprendere il mio cammino solitario nel mondo alla ricerca dei segreti della magia pura. Per uno scherzo del destino quella fu anche l'occasione in cui vidi per l'ultima volta il mio maestro: ironia del destino. L'Arci Arcanista era un anziano con l'aria del giovincello, portava con dignità i segni dell'età ormai avanzata, e non lasciava trasparire nessuna emozione in volto. Rimasi in silenzio in attesa che Lui mi rivolgesse la parola: ero stato via molto ma ricordavo gli insegnamenti e la disciplina impartitami.


"Dopo tanti anni, fai il tuo ritorno a casa. Sono addolorato nel doverti ricevere con brutte notizie, ma gli eventi non possono essere modificati dopo che essi si sono manifestati. Nessuno di noi ha il potere di farlo. In questi anni sono accaduti molti eventi nefasti per l'intera nostra comunità e vederti ancora in perfetta salute mi fa ben sperare per il futuro."

Prese un libro dalla sua scrivania e me lo consegnò.

"Non soffermarti su ciò che non hai potuto fare, concentrati su quello che ti resta ancora da fare."

Forse perchè comprese dal mio sgardo attonito ed abbastanza perplesso che non avevo capito di cosa stesse parlando aggiunse

"Il vero viaggio comincia adesso. Fai in modo di portare a termine il tuo compito prima che sia troppo tardi: in questo modo onorerai la memoria di Bethlon!"

Assunse l'aria di chi non ha altro da aggiungere, si voltò, si diresse al balcone assorto nei suoi pensieri. Io mi voltai, sussurrai la formula rituale per il commiato ed uscii dalla sala, alquanto turbato per quelle parole di così poco conforto e così allarmanti: l'Arci Arcanista era convinto che dalle mie azioni potesse dipendere il fututo.. il futuro.. ma il futuro di chi?? Riposi il libro nel mio zaino, al riparo da occhi indiscreti, e tornai nella sala principale, ed in fretta, senza dar modo a nessuno di fermarmi e rivolgermi la parola, uscii ed andai a comprare un paio di reagenti: avevo bisogno di starmene tranquillo e pensare, ed inoltre ero curioso di esaminare il libro. Per fortuna conoscevo il posto adatto per fare ciò.
Ormai era calata la sera e non era consigliato mettersi in "marcia" a quell'ora: andai alla locanda, in cerca di una camera. Fortunatamente non vi era molta gente che allogiava lì, non feci fatica a trovare un letto a poco prezzo. Sistemai la mia roba nella stanza e scesi nella sala comune per mangiare un boccone.
Continuavo a rimuginare su quanto Lui mi aveva detto, ma soprattutto mi soffermavo su quanto non aveva detto. Perchè non mi aveva parlato di quale male Bethlon si fosse ammalato?? Perchè aveva tralasciato di dirmi come mai non era stato possibile trovare una cura?? Più che altro erano queste le domande che mi giravano in testa, ma mi sforzai di smettere di pensarci e godermi quella che sarebbe stata l'unica cena decente per un bel po' di tempo. Pagai l'oste per la cena e l'alloggio, anche se in genere queste cose venivano sistemate alla fine del soggiorno: motivai questa mia premura dicendo che l'indomani mattina sarei partito di buon ora e non volevo recare disturbo. Ovviamente non ci fu nessuna protesta da parte del proprietario, che intascò l'oro e la mancia senza battere ciglio.
Salendo le scale un brivido mi percorse la schiena, mi sembrò di sentire dei passi dietro di me, ma voltandomi non vidi nulla: pensai di essere troppo teso, e la tensione in genere fa brutti scherzi.
Aprendo la porta della mia stanza notai che non tutto era in ordine: lo zaino non era dove lo avevo lasciato.. ed era aperto!!
Corsi a sincerarmi che ogni cosa fosse al suo posto, ma ahime, qualcosa mancava: l'amuleto ed il libro erano scomparsi!
Ero così confuso da quanto accaduto e non capivo come potesse essere successo, che non mi accorsi della coltellata che mi trafisse le spalle: prima di poter reagire sentii un bruciore improvviso pervadermi il corpo ed una sensazione di confusione nella mente.
Provai a reagire, ma non trovai le forze dentro di me.
Provai a contrattaccare, ma non riuscivo a proferire parola, nè a muovermi.
Caddi per terra inerme, mentre intravedevo, nell'ombra della mia vista che piano piano si offuscava, un umano incappucciato allungare il suo pugnale macchiato del mio sague verso la mia gola.
Reagire fu inutile: sentii le mie vene recise di netto ed un flusso di calore abbandonarmi lentamente: cercai in tutti i modi di alzarmi, di gridare
"Aiuto!!"cercando di raccogliere le ultime energie ed imbrigliare la rabbia che cresceva dentro di me.
Stremato chiusi gli occhi.


Quando riaprii gli occhi, ero stupito ed incredulo. Fu un attimo, un'istante..
Dopo solo una sete di sangue e vendetta, che sapevo come placare!!
 
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Kyuubi88
view post Posted on 28/11/2008, 18:06




cosa ne pensate??? non interessa proprio a nessuno?? ç__ç

vabè ci ho provato :)
 
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Kyuubi88
view post Posted on 28/11/2008, 18:45




grazie ^_^vedrò di lavorarci
 
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Leidrel
view post Posted on 5/1/2009, 13:47




Uhm...direi che è il caso per ricominciare a dare voti.

SPOILER (click to view)
Trovo il racconto molto attinente, scritto davvero bene (esclusi certi piccoli arcaismi...ma è mio gusto. Con lo stile del racconto stanno bene), non troppo originale per quel che riguarda lo sviluppo ma hai ancora parecchio stampo per stupirci. Mi è piaciuto come hai calato il personaggio a Dun Morogh, come hai fatto "vivere" la regione nelle parole che hai scritto. Per fare piacere a Lethonzolo metto i voti voce per voce...:)

CREDIBILITA` 10

CONTESTUALIZZAZIONE 10

CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI 8 (ma solo in virtù del fatto che effettivamente non c'era molto spazio per approfondirli ulteriormente...voto che decisamente potrà salire, nonostante sia già alto)

DESCRIZIONE EMOZIONALE 8

TRAMA 6 (voto iniziale...per ora non sembra originalissima. Ma spesso le storie migliori ti danno questa sensazione all'inizio per poi spiazzarti a tradimento. E visto come scrivi sono convinta che il voto si potrà certamente alzare!)

INVENTIVA 6 (Stesso discorso della trama...forse è il caso di unirle queste voci...)

FILO LOGICO 8

STILE 9

LESSICO 9

TIRATURA DELLA COMPOSIZIONE 10 (Se non si fosse capito, la storia mi è decisamente piaciuta. Un 10 per spingerti a continuarla! :) )

Voto finale: 8, decisamente in crescendo. (Per piacere, ignoriamo le medie matematiche in una votazione "di gusto"...sarebbe come giudicare un libro dando un voto paragrafo per paragrafo....:) )
 
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Elentaril
view post Posted on 5/1/2009, 14:02




SPOILER (click to view)
direi di aspettare la fine della storia prima di valutare.
 
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Kyuubi88
view post Posted on 5/1/2009, 21:21




grazie x i voti ^^
 
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view post Posted on 10/2/2010, 00:19
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Night Elf Hunter / Warrior

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Taliani
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2,898

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Questo FALLITO ha copiato, per l'ennesima volta :D

da QUI:

http://keltior.notlong.com

Ridicolo :lol:

SPOILER (click to view)
Ovviamente anche questo fila spostato in GOGNA ! :sisi:
 
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Bather
view post Posted on 10/2/2010, 00:37




CITAZIONE (Lethoril @ 10/2/2010, 00:19)
Questo FALLITO ha copiato, per l'ennesima volta :D

da QUI:

http://keltior.notlong.com

Ridicolo :lol:

SPOILER (click to view)
Ovviamente anche questo fila spostato in GOGNA ! :sisi:

LOOOOOL.
"Sgamatus est".
:sisi:
 
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Sylian di Silvermoon
view post Posted on 10/2/2010, 14:21




lol peggio Dell'Occhio di Sauron a Mordor :asd:


:lol:
 
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Elentaril
view post Posted on 11/2/2010, 13:57




Dico solo una cosa : personalmente preferisco una persona che non scrive perché non ha fantasia o capacità di scrittura (o non ha voglia) e lo dice onestamente a un plagiatore. Il plagiato è un furto di idee e fantasie e non si tratta solo di una sotriella ma di mancanza di rispetto nei confronti dell'autore che ha aperto il suo cuore e ha diviso la sua storia con tutti... Spero che non mi succederà mai perché ne sarei proprio delusa se qualcuno dovesse derubarmi e credo che sarei capace di trasformarmi in Illidan per scovarlo e fargliela pagare...
 
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Bather
view post Posted on 11/2/2010, 16:40




CITAZIONE (Elentaril @ 11/2/2010, 13:57)
Dico solo una cosa : personalmente preferisco una persona che non scrive perché non ha fantasia o capacità di scrittura (o non ha voglia) e lo dice onestamente a un plagiatore. Il plagiato è un furto di idee e fantasie e non si tratta solo di una sotriella ma di mancanza di rispetto nei confronti dell'autore che ha aperto il suo cuore e ha diviso la sua storia con tutti... Spero che non mi succederà mai perché ne sarei proprio delusa se qualcuno dovesse derubarmi e credo che sarei capace di trasformarmi in Illidan per scovarlo e fargliela pagare...

Concordo assolutamente Ele;pero'...CHE CATTIVA!
:P
*Si transforma in Illidan*.
:)
 
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10 replies since 22/11/2008, 00:00   295 views
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